venerdì 26 ottobre 2012

Ierisera Pashmiro aveva le prove col gruppo e io mi sono presa un po' di pausa dal lavoro e soprattutto dallo studio.
Sto preparando due esami: Progettazione d'Interfacce e Programmazione in Java.
Il primo mi piace molto, poi concetti come la valutazione dell'usabilità e dell'accessibiltà sono fondamentali per qualsiasi web designer che si rispetti.
Per il secondo invece ero partita un po' prevenuta. Durante il corso di laurea triennale PHP e Javascript non mi erano piaciuti un granchè, e quindi anche questo linguaggio di programmazione mi spaventava.
Invece devo dire che mi sono ricreduta. Java è molto potente e, anche se per adesso mi limito a fare programmini semplici, tipo area del triangolo e calcolo d'interesse, mi dà molte soddisfazioni. XD

Dicevo, mi sono presa una pausa. E mi sono guardata EXistenZ.
Quanto adoro la realtà virtuale.
A molti può sembrare una cosa troppo...astratta, fantascientifica. Eppure ignorano che ci può aiutare anche nella vita di tutti i giorni, e può essere utile perfino per la nostra salute!

Come voi tutti NON saprete, visto che non l'ho ancora reso pubblico su questo blog, soffro di quello che viene chiamato "disturbo da attacchi di panico", dal 2008.
Un disturbo che viene molto sottovalutato, io stessa del resto non sapevo cosa fosse prima di imbattermici in prima persona.
Il primo attacco arrivò un pomeriggio di gennaio, stavo guidando per andare al carnevale di Viareggio e dovetti fermare la macchina perchè sentii improvvisamente una sensazione che mai più mi sarei scordata. La sensazione di morire.
Non domandatemi perchè. Non c'è un motivo.
Io ho sempre avuto una salute di ferro, non mi ammalo quasi mai. Eppure iniziai a sudare freddo, ad avere una fortissima tachicardia e soprattutto non riuscivo a smettere di tremare. Non riuscivo a comandare il mio corpo. E' la sensazionre più brutta che si possa provare in una vita intera.
Da quel giorno, sono morta tutti i giorni.
Non uscivo più di casa, non riuscivo a prendere la macchina, non riuscivo a prendere il treno, non riuscivo a studiare, non riuscivo più ad andare in palestra, non mangiavo, vomitavo spesso. Sono finita più volte al pronto soccorso, e ovviamente non avevo niente di patologico.
Quel periodo è stato il più duro della mia vita, soprattutto perchè ben poche persone mi erano rimaste accanto. Mi sentivo un peso per tutti, oltre che per me stessa. Non mi riconoscevo più.
Avevo sviluppato una forte forma di ipocondria (soprattutto per quanto riguarda il cuore) e un'altrettanto forte forma di agorafobia.
E tutto ciò era assurdo per me, per una a cui era sempre piaciuto vivere "forte", andare in giro, andare a ballare fino all'alba. Invece mi ero ritrovata rinchiusa, rassicurata, dalle quattro mura.
Per una persona molto orgogliosa è difficile ammettere di aver bisogno di aiuto. Ma mi decisi ad andare da una psichiatra e da una psicologa.
Ho fatto un lungo percorso per ritornare alla mia vita. Per tornare ad essere la PADRONA della mia vita.
E oggi sono qui, ho un fidanzato fantastico, un lavoro che mi piace e una carriera universitaria di cui andar fiera.
Non chiedetemi le cause, le sto cercando ancora adesso che sto bene. Non so neppure se ci sia, una causa a tutto questo.
Ma so che molti soffronto di questo stesso mio problema e se ne stanno zitti zitti, rinchiusi in casa a guarda la vita che scorre fuori dalle loro finestre. E si chiedono se un giorno potranno mai tornare a vivere davvero.

Bene, tempo fa, in vista di un esame universitario sulla realtà virtuale, ho fatto una ricerca e ho scoperto come questa possa aiutarci anche in campo psicologico, sia per la cura di ansia e attacchi di panico che per tutte le fobie in genere.
Infatti gli ambienti ricreati mediante le tecnologie di realtà virtuale possono rappresentare un ulteriore contesto di interazione sociale attraverso il quale è possibile sperimentare emozioni e azioni, per far rivivere agli utenti le proprie paure, le difficoltà, i comportamenti disfunzionali. Ovviamente il tutto in modo graduale.

Il trattamento tradizionale dei disturbi fobici, quello che viene chiamato "desensibilizzazione sistematica", consiste nel far immaginare al paziente la situazione o l'oggetto che gli crea ansia per il tempo necessario a far sì che la sua reazione emotiva si riduca d' intensità e si estingua per abituazione.
La realtà virtuale viene introdotta al posto dell'immaginazione come forma esperienzale avanzata.
Il paziente viene esposto in modo “concreto” alla situazione, viene immerso in un mondo tridimensionale ricostruito per l'occasione (ad esempio un supermercato, una metropolitana, un aereo ecc.), e può così fornire risposte concrete agli stimoli, sotto lo stretto controllo di specialisti.
Il risultato è la scomparsa del disturbo in modo molto più veloce rispetto al metodo tradizionale.
Non lo trovate grandioso?!



Se volete saperne di più, qui trovate la mia relazione!


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lunedì 15 ottobre 2012

Time waits for no one.

Odio la pioggia. 
Ma a volte, A VOLTE, proprio grazie a lei puoi passare delle giornate incantevoli.
Non è un controsenso. Non è necessario uscire e andare chissà dove per divertirsi.
Io sono una tipa inquieta, che non ama stare con le mani in mano, ma è vero anche che alla fine mi basta poco per essere felice.

Venerdì sera ho trascinato Pashmiro (nuovo originalissimo soprannome di Wiwo, rigorosamente con la r moscia) a vedere On The Road. Sono una divoratrice di libri, ma questo proprio non mi era mai andato giù. Non ero mai riuscita a superare la prima metà.
Per fortuna è arrivato in mio aiuto il film. 
Non che sia come il libro, ovviamente. Il libro a mio parere è molto "pesante" (e lo dice una che si è letta senza problemi in pochissimi giorni Anna Karenina e I Miserabili). 
Ma almeno finalmente ho capito di cosa parla.
Mia nonna aveva esattamente 20 anni nel '47. Ecco, io non ce la vedo a fare quelle cose lì... le cose che faceva la Stewart per intendersi... (ora ho capito perchè lei e Pattinson si son mollati!)

Sabato la mattinata è stata dedicata al retrogaming! :)
Il mio fidanzato ha sempre le trovate più improbabili pur di non farmi annoiare. 
Ha comprato un minipc da attaccare al nostro 42'' in camera, ha scaricato il primo Super Mario, ha attaccato il pad della ps3 et-voilà! Che bellezza ritrovare Toad che mi dice che la principessa è in un altro castello.

[Ok, ho 25 anni e la lucina di Hello Kitty, allora? 
Sì, quelle lucine per i bambini che hanno paura del buio, allora? 
La notte altrimenti non riesco a dormire. ]


Il pomeriggio, come tutte le coppiettine, siamo andati all'Ipercoop. 
Ci siamo comprati un un puzzle. Era un po' che lo volevo, ma su ebay erano tutti molto cari. 
C'erano anche le ninfee di Monet, ma alla fine abbiamo optato per un Ravensburger 2000 pezzi raffigurante l'ultima cena. 
Sì, pensavo fosse un ultima cena. In realtà erano le nozze di Cana del Veronese, dipinto del 1563 custodito al Louvre. Peccato che io sia andata a Parigi soltanto per visitare Disneyland. :(
Professoressa Lombardi, potrà mai perdonarmi?!


La domenica, dopo aver amaramente constatato che alla fiera di Pontedera il labirinto degli specchi (che poi non sono specchi, ma vetri contro cui si possono sbattere sonore testate) non era ancora arrivato, ci siamo rifugiati nel lettone a vedere "La ragazza che saltava nel tempo".
Wiwo, se leggi, sappi che ieri l'hai sparata grossa: non è dello Studio Ghibli!!!! 
E' della Madhouse!

 

Non voglio raccontarvi la trama ma vi consiglio vivamente di vederlo, merita.
[Era veramente tanto che nn guardavo un cartone, e mi è tornato alla mente il motivo per cui qualche anno fa mi chiamavano tutti "la ragazza manga".]

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martedì 9 ottobre 2012

#if2012

Caro diario,
ieri ho comprato lo smalto azzurro tiffany da mettere con le mie nuove ballerine dello stesso colore. Enzo Miccio sarebbe fiero di me. 
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Fermi tutti. Questo non è mica un fashion blog! 
E allora di che parliamo oggi?
Ma dell'Internet Festival, ovvio! Il mega evento che si è tenuto a Pisa lo scorso weekend.

Io e il mio futuro marito (Wiwo per gli amici) abbiamo scelto di andare nella giornata di sabato, si moriva di caldo. Avremmo potuto anche andare al mare.
La mattina ci siamo recati al laboratorio di robotica PERCRO, della Scuola Superiore Sant'Anna.
Qui ci hanno mostrato diversi progetti innovativi, come un dispositivo per teleoperazione (io muovo la mano e lui a distanza ricrea esattamente il mio stesso movimento) e un rematore virtuale.
"Gli Skills robot imparano dagli uomini e riproducono i gesti adattandoli alla situazione ambientale grazie a una complessa modellizzazione matematica che passa ai ''raggi X'' qualsiasi gesto umano. Le applicazioni di questa tecnologia sono vastissime: in un chirurgo di eccezionale bravura noi ad esempio studiamo come muove le dita, cogliamo la meccanica segreta di quel movimento (di cui probabilmente neppure lui e' consapevole) in modo che il robot possa riprodurla in qualsiasi situazione, perche' ogni operazione chirurgica e' diversa dall'altra''. 

Ma soprattutto ci hanno immerso (sì, è questa la parola giusta) nell'X-Cave.
In realtà io avevo già avuto occasione di provare il cave mesi fa, quando ho preparato l'esame per il Seminario di Cultura Digitale con una relazione riguardante gli information landscape (se non sapete cosa sono, scaricatevi la mia breve relazione da qui).
Ma è sempre comunque una vera figata. 
Soprattutto le montagne russe. Altro che cinema 3D.

Dopo una breve sosta al McDonald's in piazza dei miracoli, siamo andati all'orto botanico.
C'era uno speech dal titolo: "La ricreazione oscena della carne elettronica".
Vorrei raccontarvelo, veramente. Ma non saprei dirvi esattamente di cosa ha parlato il tipo. 
Io di paroloni me ne intendo abbastanza, ma lui li sparava veramente a caso. 
Ha parlato pure di danza macabra. E solo per quello me ne sarei andata via, mi mette troppa ansia.

Purtroppo dopo questo siamo dovuti tornare alla macchina (scadeva, ahimè, il carissimo parcheggio). Ma non prima di passare da Ponte di Mezzo, dove svettava l'installazione multimediale Digital Human: "L’uomo e la macchina, l’hardware e il software, 1/0, in/out, acceso/spento. Azioni binarie, voci non decrittate si mescolano fino a trovare un codice comune che ne permette l’intellegibilità. La macchina internet, la macchina uomo.
La macchina uomo è adesso connessa in un network. L’informazione binaria contenuta nei singoli bit si fa codice. Una quarta dimensione si apre alle possibilità umane. L’ubiquità."




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mercoledì 3 ottobre 2012

Maschiaccio si nasce...

Non fraintendetemi, anch'io adoro portare stiletti rossi tacco 12. Soprattutto quando devo trattare con clienti difficili che non riescono a capire l'importanza di una buona immagine coordinata per la loro azienda e preferirebbero accontentarsi di un sitino di due pagine. 
Lo stiletto aiuta, sempre.

Ma dentro di me sono sempre stata un''inguaribile ribelle, un vero e proprio maschiaccio.
Lo si capiva fin dall'asilo, preferivo giocare con le mini4wd invece che con polly pocket.

Non voglio diventare la nuova portavoce delle femministe del nuovo millennio, ma esprimere solo un parere personale.
Sono capitata per caso in un sito (come al solito non faccio nomi: http://www.universodelgioco.it/giochi-per-ragazze.html) e m'è salita una tristezza immensa nel vedere all'interno della sezione "x ragazze" (...) giochi da nomi come "amoreggiamento a scuola" o "vesti le coppiette alla moda". 
OMFG.
Ma è possibile? 
A quanto pare sì. Dimenticavo che io sono cresciuta con un cervello, ma molte ragazze mie coetanee già alle elementari pensavano solo a trucchi e vestiti. Oggi loro sono ...? Cosa sono? Niente. Non ho più sentito parlare di loro.
Oggi stiamo peggiorando? 

Ce la farò mai ad avere un figlio? Metti che mi nasce una bambina con l'originalissimo sogno di partecipare ad un reality o, peggio, senza sogni? Riuscirò mai ad accettarlo? Potrò mai farle cambiare idea?
Al massimo potrò scusarla soltanto se si farà le foto sceme in cam, ma solo perchè lo faceva anche la madre.


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martedì 2 ottobre 2012

Quando gli zombie facevano ancora paura...

Era una vita che nn riprendevo un po' in mano il Nintendo DS... E in questo weeekend di libertà, visto che qua in provincia di Pisa pioveva alla grande, io e il mio fidanzato da bravi nerd (ma non troppo) ci siamo rimessi a giocare a Resident Evil Deadly Silence. 

PROLOGO
Venerdì sera siamo stati al cinema a vedere RE6, ma sinceramente mi aspettavo di meglio. Tra l'altro non l'abbiamo neanche visto in 3D, quindi ci siamo persi pure l'adrenalina di tanti colpi d'accetta diretti verso di noi.
Fatto sta che siamo tornati a casa con la voglia di rigiocare a vecchi titoli, quelli che, come accennavo anche nel post scorso, ti facevano spaventare come si deve.
La prima idea è stata scaricare RE3: Nemesis e farlo girare su Ubuntu con Wine. Abbiamo poi tentato di connettere il joystick della ps3 tramite bluetooth al computer, con scarsi risultati. Il joystick non veniva riconosciuto e giocare da tastiera era (come si dice qui dalle mie parti) LA NOIA. Ebbene sì, ormai non ci siamo più abituati. [Se mi sentisse un vero retro-gamer potrei essere lapidata all'istante]

Ecco perchè siamo finiti a rispolverare il vecchio DS, finito nel cassetto del mio comodino insieme ad altri giochini come Hotel Dusk (bellissimo!) e Cooking Mama (...).
Appena acceso Deadly Silence, mi sono resa conto che l'ultimo "save" risaliva nientemeno che al 2008.

Per chi non lo sapesse, Deadly Silence è stato creato per celebrare il decimo anniversario del primo Resident Evil ed è uscito nel giugno 2006. 
Questa versione ha dei leggeri cambiamenti rispetto all'originale, tra i quali una grafica ovviamente superiore e dei contenuti totalmente nuovi: 
- la modalità Rinascita cambia molte cose dell'avventura principale: vengono incluse brevi sequenze di battaglia con orde di nemici con una visuale in prima persona.
- la modalità multiplayer, in cui è possibile impersonare quasi tutti i membri della S.T.A.R.S., alcuni dei quali mai visti prima.
Un'altra modalità segreta è il minigioco Master of Knifing, incentrato sull'uccisione di nemici tramite il touch screen e l'uso dello stilo.
[Wikipedia]

Stranamente, dopo aver cliccato sull'ultimo save, mi sono accorta che ero ancora solo agli inizi della storia, con Jill Valentine (la storia infatti può essere giocata anche con Chris). 
Che pacchia! Un gioco ancora tutto da finire! Mi domando per quale strano arcano motivo anni orsono lo lasciai lì nel dmenticatoio. Eppure è molto raro che io non finisca un videogame.

However, adesso saprò cosa fare la sera! Invece di deprimermi guardando Malattie Imbarazzanti o Geordie Shore (i cui protagonisti non sono simpatici nemmeno la metà di Snooky o Pauly).

See you nextime! :)
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